La sfrombùla o sfrumbla

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SFRUMBLA

Per prima cosa si cercava fra la legna da fascine la sfursèla, sottile da tenere in mano ma resistente alla tensione degli elastici, tagliati a striscia da una camera d’aria per bicicletta.

Si preparava con cura la pezza porta-sassi di cuoio, praticando due fori ai quali si fissavano con lo spago, gli elastici e gli altri due capi, sempre con lo spago si legavano alla forcella. La sfrómbula era pronta.

Si prendeva di mira qualche uccellino, ma raramente si colpivano. In modo particolare si andava a gara a chi colpiva al bicerìn (l’isolante di porcellana dei fili posti in alto sui pali), oppure a chi riusciva a scagliare il sasso il più lontano possibile.

Più complicata era la costruzione del fucile con gli elastici: si doveva sagomare su un assicella la forma del fucile, ritagliare con il seghetto e runcheta il contorno, praticare il foro per alloggiare il grilletto, fissare gli elastici all’estremità della canna, caricare con piccoli elastici (tagliati di traverso delle camera d’aria) la parte inferiore del grilletto (per compensare la tensione degli elastici). Appena si tirava, il sasso partiva.

Tratto da Giochi, lavori, ricordi di un tempo di Ado Lazzarini 2017.

Il libro è in vendita a 10 €  

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