La Fonderia Ghisa a Mirandola

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La Fonderia Ghisa è nata a Mirandola nel 1935 per volontà dei fratelli Italo e Alceste Focherini ed indirizzata prevalentemente al mercato delle macchine agricole e dei servizi vari per l’agricoltura. La prima ubicazione la vede in via Verdi angolo via F.Montanari, come da cartina allegata.

Solamente dopo la guerra viene allargata la produzione a due settori fortemente in crescita quali il riscaldamento e gli elettrodomestici.

Verso la fine degli anni 50 e precisamente nel 1959 la gestione, dopo una lunga vertenza sin­dacale, viene assunta da 30 soci fra impiegati intermedi e operai: nasce così la Fonderia Ghisa Mirandola s.p.a.

Da quel momento prende il via una vera trasformazione industriale dell’azienda con la costru­zione del primo impianto semiautomatico di formatura a via mobile.

Nel decennio 1960-70 vengono costruiti un secondo impianto semiautomatico di formatura e, nel 1966, il primo impianto completamente automatico, studiato e realizzato con la ditta Hansberg di Modena, all’avanguardia per quegli anni.

Anche l’Istituto nasce nel 1959 con due prime classi, termo-elettricisti e congegnatori-meccanici, come sede coordinata dell’IPSIA “F. Corni” di Modena. Nell’anno successivo aprono le prime classi dell’ITI, che diventa autonomo nel 1966 quale Istituto Tecnico Industriale di Mirandola. Solo nel 1971 sarà intitolato a “Galileo Galilei”, e ad esso verrà aggregato anche LIPSIA a partire dall’a.s. 1990-91.

Il decennio 1960-70 vede diplomarsi i primi periti industriali, meccanici ed elettrotecnici. In quegli anni l’Istituto, sito in una parte dell’attuale sede delle scuole elementari, era alquanto carente di locali e di attrezzature: il laboratorio macchine a fluido esisteva solo sulla carta e poco attrezzato era anche il laboratorio tecnologico.

Per supplire a queste carenze le classi, in particolare quelle meccaniche, venivano più volte ac­compagnate in visita agli impianti della Fonderia, allora ubicata in via E.Curiel. Ciò accadeva per interessamento di qualche insegnante e per la disponibilità del presidente del Consiglio d’istituto, che era a quel tempo presidente della Fonderia stessa.

La Fonderia in quel decennio era per Mirandola l’industria maggiore. Il biomedicale comincia­va a muovere i primi passi con la nascita della Dasco.

Gli impianti di formatura erano all’avanguardia e per coloro che stavano studiando per di­ventare periti meccanici vi era la possibilità di visionare disegno e costruzione di impianti di formatura e lavorazione terra, reti ad aria compressa, forni fusori, forni per smalteria, officina meccanica e elettrica di manutenzione.

Anche il decennio 1970-80 vede una crescita industriale della Fonderia con la costruzione di un nuovo impianto automatico di formatura e di un impianto fusorio completamente automatiz­zato nel caricamento delle materie prime; entrambi gli impianti realizzati dalla ditta Mecfond. L’anno successivo alla inaugurazione dell’impianto di caricamento fu costruito dagli studenti che nell’anno scolastico 1977-78 frequentavano la classe 5AB, in collaborazione con insegnanti e assistenti tecnici, un plastico dinamico, esposto più volte in occasione della fiera campionaria. Quello fu l’ultimo decennio di splendore della Fonderia Ghisa Mirandola s.p.a. Venne aperto uno spaccio aziendale di tutti i beni di consumo alimentare e fu costruita una mensa aziendale, con preparazione pasti, per i suoi oltre 200 dipendenti più l’indotto.

Dall inizio degli anni 80 inizia la fase discendente della Fonderia fino alla sua definitiva chiu­sura nel febbraio 1988.

Certo è che Mirandola fu privata di una delle industrie di maggiore prestigio che aveva assunto negli anni, qualificandoli ulteriormente, periti e operai specializzati del “Galilei”. Quando la Fonderia fu chiusa questi in gran parte trovarono occupazione, in virtù della loro elevata pre­parazione professionale, nelle industrie del territorio, in particolare nel biomedicale che si era nel frattempo enormemente sviluppato.

Antonio Baraldi

Tratto da: 50 Anni con il “Galilei” 1959 – 2009 a cura di Fabio Balboni,Ubaldo Chiarotti, Giuseppe Pedrielli

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