La Crociata mancata

Commenti (0) Mirandola raccontata da Vanni Chierici

Alessandro II Pico, Duca della Mirandola dal 1637 al 1691, era come tutti quelli dell’epoca un fervente cristiano ed un convinto fedele; poi si sa, tra il dire e il fare … . Passato alla storia come un governante illuminato e benvoluto dalla sua gente, pare non abbia mai commutato una pena di morte convinto che un giudizio orientato verso il taglio della testa dovesse ottenere null’altro che il taglio della suddetta.

Il suo cruccio fu di non riuscire a partire verso la Terrasanta alla testa di un esercito crociato nonostante avesse insistito a lungo per averne il permesso, ed il denaro, dal Papa.

Si consolò concentrandosi nell’abbellire ed ammodernare la sua città; a lui si deve se la Mirandola divenne esempio di moderna viabilità cittadina e fu la prima città ad avere tutte le vie acciottolate eliminando la polvere estiva ed il fango invernale (un quel come la piasa d’incoo, con tutt chi bei giaron intoran al liston). Conoscete quella storia che dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi? Ebbene, nel 1669 ebbe la propria pentola ed il modo di soddisfare almeno in parte il desiderio di combattere gli infedeli. I turchi avevano da tempo posto sotto assedio la città di Candia a Creta che era sotto il dominio veneziano da 450 anni. La situazione stava volgendo al peggio e i veneziani chiesero aiuto alla cristianità tutta. I principi europei, a partire dal re di Francia Luigi XIV, risposero all’appello. Il papa Clemente IX si ricordò delle richieste del Duca della Mirandola e nominatolo Maestro di Campo Generale delle armi pontificie gli concesse nove navi per portare aiuto ai veneziani.

Alessandro non stava più nella pelle ed organizzò in fretta il proprio esercito: duecento soldati, più il suo seguito personale che comprendeva un centinaio di persone a vario titolo (della serie: andiamo a fare la guerra ma andiamoci comodi). Il 7 di giugno partiva alla volta di Venezia, ma colà giunto apprese che la flotta non era ancora pronta sicché diede di volta e tornò alla Mirandola (una figura alla Brancaleone).

Duca Alessandro II Pico

Duca Alessandro II Pico

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Papa Clemente IX

Busto di Anna Beatrice d'Este Pico

Busto di Anna Beatrice d’Este Pico

Vincenzo Rospigliosi nipote di Papa Clemente IX

Vincenzo Rospigliosi nipote di Papa Clemente IX

La duchessa Anna Beatrice d’Este quando lo vide già di ritorno esultò dalla contentezza, ma si rese ben presto conto che il viaggio era solo rimandato. Pochi giorni dopo infatti la comitiva ripartì ed il 16 luglio l’esercito s’imbarcava assieme ad altri contingenti giunti da varie parti. Fatto scalo all’isola di Zante, vengono a sapere che un attacco dei francesi non ha avuto buon esito ed ora la sorte di Candia sembra segnata. Alessandro ordina di ripartire appena possibile ed il 23 agosto la flotta attracca al porto cretese. Ormai però é tardi.

Lo stesso Francesco Morosini comandante delle forze veneziane dissuade Alessandro ed i suoi alleati dall’entrare in città ormai sull’orlo della capitolazione. In effetti il 30 agosto, dopo molteplici e sanguinosi assalti dei turchi, sulle mura di Candia viene issata bandiera bianca, che non era la biancheria stesa ad asciugare, e sette giorni dopo la città viene consegnata ai turchi. Ad Alessandro non resta che tornare.

Vincenzo Rospigliosi, nipote e generalissimo di Sua Santità, gli offre un passaggio sulla nave Reale che il 15 settembre arriva a Zante. Dopo una breve sosta si riparte e, via Messina e Napoli, arriva a Roma dove viene amorevolmente accolto dal pontefice. Il viaggio di ritorno termina il 31 ottobre quando la Mirandola tutta lo accoglie giubilante come se avesse portato a termine un’impresa epica. Finiti i festeggiamenti però Alessandro dovette fare i conti con la Duchessa Anna. Egli aveva infatti speso per quella spedizione la ragguardevole cifra di 25.000 zecchini d’oro. Le cronache del tempo non ne fanno cenno ma pare che per tre giorni si siano sentite le urla della Duchessa fin sulla piazza.

I nostri vecchi mormorano sottovoce che ancora oggi, in occasione di spese considerevoli da parte del comune, dai resti del castello, se si presta molta attenzione, si oda una lontana e irata voce di donna che urla: “venticinquemila … venticinquemila … venticinquemila…”.

Vanni Chierici

Notizie storiche:

Padre Francesco Ignazio Papotti (Memorie storiche della Mirandola. Vol.III).

Abate Girolamo Tiraboschi (Notizie biografiche in continuazione della Biblioteca Modonese. Tomo III).

Foto:

  1. 3 Francesco Benatti. n. 4 Archivio comunale.

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