Antichi palazzi – Palazzo Ferraresi – Palazzo Baruffaldi, già Marchetti – Finale Emilia

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La chiesa dell’Annunziata fiancheggiata dai palazzi Ferraresi (a sinistra) e Baruffaldi (a destra), vedute aerea.

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Palazzo Ferraresi

Palazzo Baruffaldi, già Marchetti

sec. XVII

Finale Emilia, via Saffi.

I due palazzi, attestati sull’antica Contrada di Borgonuovo, vengono qui accomunati dal­la presenza della seicentesca chiesa dell’An­nunziata, cui entrambi si rapportano e, fatto singolare, si collegano direttamente attra­verso due piccole cappelle simmetriche con gelosie, che consentivano alle rispettive fa­miglie di assistere privatamente alle funzio­ni religiose.

La chiesa, scenograficamente arretrata ri­spetto al filo stradale, fu costruita nel 1627 con il titolo delle Stimmate e soltanto verso la fine del XVIII secolo accolse la Confrater­nita dell’Annunziata, qui trasferitasi dall’originaria quattrocentesca chiesa battesima­le che sorgeva a fianco del Duomo. Contem­poraneamente venne trasportato ed inserito sulla facciata il gruppo marmoreo dell’An­nunziata che il Frassoni vuole commissiona­to nel 1664 da Osanna Campi per quella chiesa.

La tipologia dei palazzi è sostanzialmente analoga: di maggiore respiro nel palazzo Ba­ruffaldi dove dall’androne passante si dipar­tivano simmetricamente due scaloni ricchi di marmi, a riprova della facilità di reperi­mento a Finale del prezioso materiale, attra­verso i traffici commerciali con Venezia; più raccolta nel palazzo Ferraresi, restaurato nell’Ottocento, che conserva decorazioni sui soffitti del salone e delle sale di rappresen­tanza sia al piano terreno, sia al piano nobile.

Alessandra Ontani

Palazzo Ferraresi, scorcio del salone al piano nobile con affaccio sul giar­dino.

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Palazzo Baruffaldi, già Marchetti.

Decorazione

Sec.XIX

Finale Emilia, via Saffi

Alcuni ambienti al piano terreno del seicen­tesco palazzo Baruffaldi furono ammoderna­ti nel secolo scorso con nuove decorazioni. Tra essi il soffitto di una saletta da pranzo, in cui partiture architettoniche e decorative dipinte a monocromo risolvono lo schema quadrangolare della stanza in una sorta di concentrico trompe l’oèil a pianta ottagona­le: all’interno, otto specchiature a lunetta che alternano figure allegoriche campite su paesaggi a repertori dì nature morte, condot­te secondo schemi più volte replicati nella Bassa modenese, per tutto l’Ottocento e an­cora agli inizi del nostro secolo. Nei riquadri più esterni, vedute della vecchia Finale.

Alessandra Ontani

Tratto da: Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese

A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola

Anno: 1989

Soffitto di una sala a piano terra.

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