Area Nord, Mantovani “Mirandolexit, ma quanto ci costi?”
“Abbiamo sostenuto fin dall’inizio che l’operazione di recesso voluta dall’attuale maggioranza che governa Mirandola, fosse un’operazione a perdere. E già dimostra di esserlo, anche senza considerare le conseguenze politiche per la nostra città”: la consigliera comunale Pd Alessandra Mantovani elenca i costi di Mirandolexit per lo stesso Comune di Mirandola e annuncia in proposito una interpellanza del Gruppo Pd. Ecco la sua dichiarazione:
“La sentenza del Tar ha bocciato l’Amministrazione leghista di Mirandola, dando un parere negativo molto chiaro sulle tempistiche e sulle modalità di svolgimento della cosiddetta Mirandolexit. Un percorso avviato a giugno 2020, senza un’istruttoria preliminare di valutazione dei costi/benefici per il Comune, nonostante il parere negativo della Ragioneria e dei revisori contabili e in violazione dello statuto dell’Unione e della Legge regionale. Oggi, dopo questa sentenza di stop, ci troviamo al punto di partenza, ma con la volontà ribadita del sindaco e della Giunta mirandolese di portare comunque il Comune fuori dall’Unione e di appellarsi per la seconda volta al Consiglio di Stato, anche se i tempi con cui questa uscita potrà legittimamente avvenire sono ad oggi più che mai incerti. Ma non è proprio esatto dire che siamo al punto zero. I mesi che ci hanno portato a questo non-risultato hanno determinato costi ingenti per il Comune di Mirandola che si è avvalso di tecnici, avvocati e consulenti. Costi già sostenuti e spese che si dovranno ancora sostenere, visto che la volontà del sindaco di procedere sulla strada del contenzioso è chiara. Su questi costi il Gruppo Pd, che già aveva presentato a giugno un esposto alla Corte dei conti per verificare il possibile danno erariale perpetrato dall’Amministrazione mirandolese, presenterà un’interpellanza nel prossimo Consiglio comunale. Il capitolo costi e sprechi non si ferma qui, tuttavia. Basti un esempio. Il ritiro del personale dirigenziale di Mirandola dall’Unione, previsto dopo il 31 di marzo – una decisione assunta dall’Amministrazione a dicembre, nella convinzione di poter essere entro quella data già fuori dall’Unione – può avere conseguenze paradossali. L’Unione potrebbe trovarsi nella necessità di sostituire quel personale con nuove assunzioni e i costi di queste nuove assunzioni graverebbero anche su Mirandola che è ad oggi, a tutti gli effetti e con i propri servizi, membro dell’Unione dei nove Comuni. Così Mirandola si troverebbe a pagare per intero oltre al proprio personale, fino a questo momento pagato anche dagli altri Comuni, anche il nuovo personale assunto dall’Unione. Un capolavoro. Abbiamo sostenuto fin dall’inizio che l’operazione di recesso voluta dall’attuale maggioranza che governa Mirandola, fosse un’operazione a perdere. E già dimostra di esserlo, anche senza considerare le conseguenze politiche per la nostra città, che abdica al ruolo di guida e coordinamento territoriale, confinandosi in un’illusione di autarchia che la condannerà ad essere isolata e sempre meno rilevante”.
Alessandra Mantovani
Consigliera comunale PD