1939 Scuole Elementari – La “Carta della scuola”

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Per gentile concessione di Paolo Belluzzi

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Nel 1939 il ministro Bottai fa approvare dal Gran Consiglio del Fascismo la “Carta della scuola” con la quale si stabiliscono principi, fini e metodi per la forma­zione della “coscienza umana e politica delle nuove generazioni” e per la realizzazione integrale dello stato fascista nel quale “età scolastica ed età politica coincidono”.

L’educazione paramilitare costituisce una parte fondamentale della pedago­gia fascista.

Affiancati alla scuola nascono la G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) e i G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti), con l’obbligo della frequenza dei “cittadini dalla prima età ai ventun’anni”. I bambini vengono iscritti a 4 anni ai “Figli della lupa”, da 8 a 14 anni ai “Balilla”, da 14 a 18 anni agli “Avanguardisti”, oltre i 18 anni alla “Gioventù Fascista”. Parallelamente le formazioni femminili sono le “Piccole italiane” e le “Giovani italiane”.

Inoltre la “Carta della scuola” programma l’utilizzo nelle scuole degli stru­menti di comunicazione di massa, come la radio. Le materie d’insegnamento e d’esame, diverse nelle varie classi, sono:

  • religione, in tutte le classi, come del resto introdotto a seguito del Concor­dato con la Santa Sede nel 1929
  • lettura ed esercizi scritti, in tutte le classi
  • aritmetica e contabilità, in tutte le classi
  • lavori donneschi e lavoro manuale, in tutte le classi
  • nozioni varie e di cultura fascista, in la, 2a e 3a
  • ortografia, in 2a e in 3a
  • lettura espressiva e recitazione, solo in 3a
  • canto, dalla 3a in poi
  • educazione fisica, dalla 3a in poi
  • disegno e bella scrittura, dalla 3a in poi
  • geografia, dalla 3a in poi
  • storia di cultura fascista, in 4a e 5a
  • scienze fisiche e naturali e nozioni d’igiene, in 4a e 5a
  • nozioni di diritto ed economia, solo in 5a

Vengono poi valutate le “note caratteristiche”, cioè la “disciplina” e il “ri­spetto all’igiene e pulizia della persona”. I “lavori manuali” comprendono lavori di maglia, cucito, giardinaggio, falegnameria.

Nei registri scolastici, oltre alle generalità, per ogni alunno deve essere indi­cato se è “Balilla” o “Avanguardista” per i maschi, “Piccola o Giovane Italiana” per le femmine, il numero della tessera con l’anno dell’era fascista e con quali mezzi era assistito dall’Opera Balilla.

Sono molto numerose le feste a scuola per la celebrazione di ricorrenze pa­triottiche e politiche e frequenti sono anche le partecipazioni a gare, concorsi, mo­stre per espletare attività propagandistiche che sottraggono gli scolari alla noiosa ripetitività degli studi, immergendoli nella vita attiva del Regime.

Maria Teresa Malavasi ricorda: “Lo Stato forniva la divisa per fare ginnastica: gonnellina a pieghe blu e camicetta bianca per le bambine, pantaloncini blu e camicia nera per i maschietti .

La proposta di riforma complessiva del sistema scolastico del Bottai, basata su una scuola popolare che deve rispondere alle necessità dello Stato attraverso un impegno continuo di selezione, rimane per la maggior parte sulla carta a causa dello scoppio della guerra.

I libri scolastici per la scuola elementare nel 1939/’40 costano in la 5,50 lire, in 2a 6 lire, in 3a 14 lire, in 4a 19,50 lire e in 5a 26 lire.

Tratto da: C’era una volta la nostra scuola…..150 anni di Scuola Elementare a Mirandola vissuti attraverso la lettura dei registri di classe.

Autori-Gruppi di lavoro: Bosi Nazzarena, Golinelli Silvia, Malaguti Marcella, Volponi Angela.

Con la collaboriazione dei docenti del gruppo per il Centenario della scuola: Anderlini Lorena, Bigi Stefania, Brunelli Cecilia, Dotti Milo, Oliva Anna Signori Laura.

Anno: 2011

Edizioni Al Barnardon

Costo Euro 13,00

scuola

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