Un’artista mirandolese: Fatima Miris

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Al 146 di via di Mezzo, nei dintorni di San Giacomo Roncole, alle spalle di un maestoso cancello,si erge Villa Frassinesi,la villa di Fatima Miris. Pochi oggi a Mirandola ricordano questo curioso personaggio che nella prima metà del 900 ha vissuto nella nostra Cittadina. Il suo nome di battesimo era Maria Frassinesi,figlia di Anna,dei nobili Conti Pullè e del Capitano Arturo Frassinesi; sebbene originaria della provincia di Cuneo, divenne mirandolese d’adozione a partire dal 20 agosto 1894 giorno in cui la nonna acquistò l’ampia ala estesa verso ponente di Villa La Personala poi Frassinesi. Fin dall’infanzia Maria Frassinesi rivelò una personalità e un estro artistico non comuni: la sua attitudine musicale(suonava il violino con la sinistra,cantava da soprano,contralto,baritono e tenore) la resero la prima trasformista donna del secolo,unica erede del grande Leoplodo Fregoli.

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Una volta le chiesero cosè il trasformismo? Secondo la Miris trasformarsi è il rappresentare, da sola, qualsiasi ruolo sulla scena imitando i vari personaggi con tale celerità che il pubblico abbia l’illusione di assistere ad una rappresentazione fatta da più persone. In pochi anni dell’arte della trasformazione divenne la regina, sulla scena ciascun personaggio del suo repertorio, dal soldato di marina,alla chanteuse,dal clown musicale al pretino o alla gheisha,grazie alla sua sensibilità furono caricati del suo fluido dando luogo ad un vero incantesimo. Col suo temperamento forte e mascolino,per il quale il padre si divertiva a chiamarla “il Carabiniere”,con la sua determinazione perfino temeraria,inseguì i suoi sogni finendo poi per fare sognare tutti gli altri.Dal suo debutto ,del 7 settembre 1903,al Teatro Brunetti,ora Duse,nel giro di qualche anno divenne un artista di fama internazionale.Artista cosmopolita,padrona di cinque lingue,Fatima Miris stupì oltre che per le sue creazioni sorprendenti,per le trionfali turnè e le imprese straordinarie; ovunque si lesse della sua attraversata del Rio delle Amazzoni con i sessantatre cassoni di abiti,scene e parrucche, del suo soggiorno in Egitto durante il quale ebbe l’occasione di incontrare il Pascià Teofic, o della sua amicizia con l’ambasciatore del Giappone.

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Davvero Fatima Miris doveva essere un sogno per la Mirandola di inizio secolo, tutti la ricordano bellissima con il suo brio, il suo charme, ma anche con le sue monellerie mentre recitava, tirava di scherma o si esercitava nella prestigitazione. “D’estate però voglio la mia villa di Mirandola dove tengo tanti cari ricordi”, così,dolcemente, Maria confessa la nostalgia per la nostra cittadina il cui ricordo sempre vivo fu conservato nella memoria del suo cuore.

Scritto da Monica Spelta -Fatti e figure della Mirandola- edizioni Al Barnardon

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