Mirandola – Petizione contro la tecnologia 5G – Bocciata dal Consiglio Comunale.

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Mirandola – Petizione contro la tecnologia 5G – Bocciata dal Consiglio Comunale. 

“Siamo senza dubbio molto rammaricati dell’esito della votazione del Consiglio Comunale di Mirandola di ieri (28.12) che non ha accolto le nostre richieste. La nostra delusione è doppia anche in considerazione del fatto che la petizione è stata firmata da quasi 500 cittadini preoccupati per l’avvento di una tecnologia, il 5G, che prevederà l’installazione sul territorio di svariati nuovi ripetitori e di numerosissime nuove “small cells” che andranno a sommarsi alle migliaia di antenne per la telefonia mobile già esistenti e che comporterà un aumento significativo dell’esposizione della cittadinanza mirandolese all’inquinamento elettromagnetico. Quello che ci proccupa maggiormente del 5G sono le onde da 26 GHz (onde millimetriche) che si aggiungeranno, fra qualche anno, a quelle attualmente in uso dalla tecnologia 4G, e sono quelle che rappresenteranno il maggiore rischio per la popolazione.

Proprio per questo avevamo posto all’amministrazione come punto più importante la richiesta di dotare il comune di un Piano delle Antenne, cioè un Piano che coniugasse l’esigenza dell’interesse generale, rappresentato dalla diffusione della telefonia mobile, con le ineludibili – e di certo primarie – necessità della tutela ambientale e del diritto alla salute.

Ci pareva una richiesta di buon senso, tra l’altro è quello che sta già mettendo in pratica pure il comune di Medicina (BO), a pochi km da noi e pertanto ci aspettavamo una risposta affermativa o quanto meno di disponibilità nel valutarla.

Nell’istruttoria tecnica, a noi inoltrata, di riposta alla nostra petizione abbiamo preso atto che gli organi di controllo competenti (AUSL e ARPAE) non abbiano ritenuto valide e riconosciute le conclusioni di ISDE – Medici per l’ambiente nel proprio rapporto indipendente: secondo cui debba prevalere il principio di precauzione “fino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario, e non siano messi in atto valutazioni del rischio e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari”.

Il rigetto a ogni nostra richiesta votato alla quasi unanimità del Consiglio Comunale di Mirandola ad eccezione del consigliere Lugli di fratelli d’Italia, (che si è astenuto), è stato uno schiaffo non solo a noi ma a tutti quelli che credono che il rischio vada considerato e quindi governato. 

Gli strumenti per farlo ci sono (piano delle antenne) ma vanno concretizzati, le ragioni per chiedere un principio di cautela ci sono tutte, ma non possiamo più permetterci di perdere altro tempo, altrimenti rischieremo di dover chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati.”

Matteo Casari – Architetto

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