L’inaugurazione del Teatro Nuovo di Mirandola

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i cento anni del teatro nuovo

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Il 15 Settembre 1905 si svolse l’inaugurazione con l’opera “Gioconda” di Amilcare Ponchielli. Direttore d’orchestra fu il maestro Mingardi di Bologna, coadiuvato da Mario Guagliumi; istruttore dei cori fu il maestro Giuseppe Nenci, insegnante della Scuola Comunale di Musica di Mirandola. L’orchestra era composta da ben 50 professori, 53 coristi e 12 bal­lerine, con la notissima soprano Maria de Macchi, che dopo ebbe una fortunata e prestigiosa carriera. Non bisogna infatti dimenticare come il teatro di Mirandola abbia aperto la strada a più di un artista.

Proprio circa l’inaugurazione del nostro Teatro esiste un aneddoto quantomeno curioso. Difatti la Compagnia di canto era già in città il 10 Settembre 1905, e non mancava chi du­bitasse che il Teatro stesso sarebbe stato pronto per lo spettacolo inaugurale, visto il grande frastuono ancora di martelli, seghe, scalpelli, la presenza di falegnami che mettevano a posto tavole del palcoscenico, muratori, tappezzieri, facchini ecc. ecc. La fiducia non venne mai meno, anche se davvero la sera della vigilia fu passata dai componenti del Comitato in modo certamente piuttosto angoscioso.

Veniamo ai fatti. La sera alle 20 era stata indetta la prova generale dell’Opera; tutti erano pronti ed emozionati. Ma capitò un grosso disguido (per usare un eufemismo): infatti l’im­pianto elettrico, grande vanto della nuova costruzione, del quale non si era potuta fare nes­suna prova, non funzionava nel modo più assoluto. Dopo pochi minuti di debole chiarore luminoso la luce  si spense completamente lasciando la sala nel buio più completo. Tutti sin da subito pensa­rono a cosa potesse avere cagionato tale immen­so problema; persino un baritono, Scandiani, che si viene a sapere essere laureato in ingegneria, è interpellato. Dopo mille disquisizioni si conviene – o si spera sia così – che il problema venga dalla cinghia di trasmissione del motore, troppo ela­stica: viene così ordinato al capo meccanico Tullio Pellacani di recarsi a Bo­logna ad acquistarne una nuova. La prova ad ogni modo saltò.

Dopo una notte inson­ne per tutti i membri del Comitato, ma anche forse per tutta la cittadinanza, il mattino seguente alle ore 11 il Pellacani era di ritor­no con una splendida cin­ghia di pelo di cammello, che con grandissimo giu­bilo di tutti quanti fece ri­splendere il Teatro come non mai in tutto il suo splendore, tant’è che il Molinari nel suo libro racconta di grida di gioia -“Luce! Luce!”- che fanno tanto ricordare l’entusiastiche grida dei marinai di Cristoforo Colombo nello scor­gere le sconosciute terre d’America. Tutti quindi si rasserenarono ed i detrattori del nuovo progetto dovettero zittirsi: il maestro Mingardi fece una prova dei momenti più salienti dell’opera ed alle 20,30 lo spettacolo iniziò e con esso la gloriosa storia del nostro teatro.

Unanime fu l’apprezzamento per così bella costruzione e per la splendida opera del Ponchielli. Lo spettacolo venne ripetuto con strepitoso successo fino all’8 Ottobre dello stesso anno, giorno in cui, per iniziativa del maestro Mingardi, venne dato un concerto di benefi­cenza a favore dei danneggiati del terremoto in Calabria col concorso gratuito dei principali esecutori della “Gioconda”.

In concomitanza con l’inaugurazione del Teatro venne indetta appositamente un’esposizione agraria ed industriale, che costò non poco al Comune stesso; inoltre vennero organizzate mani­festazioni di ogni tipo per festeggiare la nuova costruzione che portava a Mirandola oltre gioia e giubilo, indubbi introiti.

Tratto dal libro ” I cento anni del Teatro Nuovo di Mirandola”-” L’inaugurazione” di Giulio Paltrinieri

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