Calende – Le previsioni del tempo con la cipolla- Istruzioni

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Calende. Le previsioni del tempo con la cipolla – Istruzioni

Restiamo al 25 gennaio per accennare brevemente a quella che, a nostro parere, era la più straordinaria e anche la più celebre tra­dizione previsionale del mese di gennaio, vale a dire le leggenda­rie “Calende” che in qualche casa vengono ancora effettuate ai giorni nostri, anche se sulla loro validità non saremmo molto di­sponibili a giurare.

In sintesi, possiamo dire che esistono due modi per “leggere” il futuro attraverso queste Calende: nella nostra “Bassa” il metodo più usato era quello delle cipolle. Una volta, in pratica, si prende­vano dodici pezzi di cipolla bionda per conoscere con assoluta esattezza il “meteo” nei dodici mesi a venire. La prima “scarfoglia” di cipolla (come si dice in dialetto) veniva esposta sul davanzale esterno di una finestra esposta a nord con dentro un bel chicco di sale grosso nella sera di Capodanno, poi la stessa operazione do­veva essere ripetuta fino al 12 gennaio con la stessa procedura, e cioè un pezzo di cipolla con dentro un grano di sale. Ogni mattina all’alba si tiravano le somme: se i chicchi di sale si scioglievano quel mese era previsto come piovoso, se invece il sale restava so­lido il barometro di quel mese era contrassegnato da tempo buo­no, con scarse piogge.

Ad ogni pezzo di cipolla, insomma, corrispondeva uno dei mesi dell’anno.

Se poi si pretendeva la verifica assoluta (e la cosa riguardava soprattutto coloro ai quali le previsioni iniziali non erano piaciute) si ripeteva l’operazione “cipolla-sale” con le “Calendine” a partire dal 13 gennaio fino al 24 dello stesso mese, però facendo i conti a senso inverso. Ma bisognava ripartire dal 24 e poi arrivare al 13 e sommare questa seconda serie di dati con quella iniziale che parti­va da Capodanno per arrivare al 12 gennaio. Fare i conti precisi non era facile, ed ecco perché, alla fine, cioè il 25 di gennaio, San Paolo era praticamente obbligato a “dare i segni”, tracciando un rapido bilancio fra le due fasi revisionali. Come la gente facesse a fare questi conti, per noi (e per molti altri) resta un mistero.

Questo era il giorno di “San Paolo dei Segni”, in omaggio al fa­moso “apostolo delle genti”, il santo nativo di Tarso, in Cilicia, e tanto amato e venerato dalla gente di Concordia che lo ha eletto suo patrono già alla fine del secolo XIV.

Tratto da: Antiche tradizioni mirandolane

Autore: Giuseppe Morselli

Anno 2006

Edizioni Bozzoli

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