Il Teatro Nuovo e la gente comune: le feste, il cinema, le riviste

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Accanto al teatro definibile in qualche modo “d’elite”, fatto (anche) di abiti lussuosi oltre che di opere importanti, vi è sempre stato, a partire dalla fine del primo conflitto mondia­le, il Teatro inteso come luogo di ritrovo per festeggiare il capodanno, il carnevale o altre occasioni. Il Teatro Nuovo sembrava piegarsi ai diversi usi che il pubblico ne voleva fare; diveniva, infatti, cinema, luogo di intrattenimento con le riviste, o spazio destinato a feste e balli in maschera.

Ogni festeggiamento avveniva in concomitanza con precisi periodi dell’anno. Durante il Carnevale – il “Giovedì Grasso” – il Teatro era occupato della “Festa dei bimbi”, durante la quale i bambini venivano premiati per la maschera più bella.

Altro avvenimento importante era il “Capodanno in teatro”: si aspettava la mezzanotte insieme ad amici e parenti ballando sul palcoscenico e nella platea, sgombera da sedie e poltrone. Dal 1946, per qualche anno, il Teatro ha ospitato anche una particolare festa, la cosiddetta “Veglia Rossa”, organizzata per celebrare il Partito Comunista, e durante la quale il Teatro veniva addobbato completamente di rosso e sotto un drappo raffigurante la falce e il martello molti giovani si ritrovavano per ballare e per stare insieme ad altri coetanei. Per le ragazze le feste erano il momento per poter uscire e incontrare altri ragazzi. Tuttavia esse non potevano mai recarsi in Teatro sole. Si facevano infatti accompagnare dalle madri che, durante la festa, rimanevano in un palco insieme ai cappotti, mentre le figlie si diverti­vano ballando sul palcoscenico.

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veglionissimo di san silvestro

Così questo Teatro, quello delle feste, ci appare un luogo vivo, frequentato da gente, più o meno giovane, che altrimenti avrebbe avuto difficoltà a trovare modi e spazi per divertirsi. In fondo, potremmo definire il teatro delle feste un antenato delle nostre moderne discote­che, se non fosse per le diversità di tempi e modi: le feste terminavano alle 23.00 e si tornava tutti a casa accompagnati dai genitori!

Il bisogno diffuso di divertimento e svago era appagato, dopo il 1945, oltre che dalle feste, anche dalle riviste, che, con un sagace melange di cabarettisti, barzellettieri e ballerini, riu­scivano ad assicurare qualche ora di travolgenti risate.

Il Teatro Nuovo è sempre stato un luogo polifunzionale. Infatti, oltre ad ospitare feste, ri­viste, opere, diveniva, tre volte alla settimana, cinematografo. Nei fine settimana il pubblico di tutte le età si poteva svagare con i films proiettati in Teatro al costo (e andiamo indietro col tempo) di 150 lire circa.

Dopo la seconda guerra mondiale i fìlms più visti erano quelli americani ma riempivano la platea anche le pellicole di “casa nostra”. Il lunedì sera era possibile vedere due film dif­ferenti, con un unico biglietto d’ingresso. Per verificare se il film era stato gradito bastava guardare se le ragazze avevano gli occhi lucidi: infatti il film era giudicato tanto più bello quanto più si erano versate lacrime durante la proiezione.

Senza dubbio come luogo di divertimento e svago, il Teatro ci appare diverso da come siamo abituati a vederlo negli anni recenti.

Tratto da “I cento anni del Teatro Nuovo di Mirandola”- “Il Teatro e la gente comune:le feste,il cinema, le riviste”- di Carlotta a Casacci e Daniela Diazzi

Si ringrazia: Foto Attualità Marchi ( vero archivio fotografico mirandolese ) Massimo e Patrizia Martinelli e Sandra Piccinini (rispettivamente i pellerossa e una gioiosa motociclista) alla Festa dei Bimbi del 1959.

Paolo Mattioli per le foto delle locandine e del Teatro Nuovo.

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