Come diventare duca

Commenti (0) Mirandola raccontata da Vanni Chierici

1 - Carta del Ducato della Mirandola

Il duca è il titolo nobiliare più importante dopo imperatore e re, si presume pertanto che diventarlo non sia semplice.

In realtà era più facile di quanto si possa pensare; ovviamente è necessario essere già nobili, poi non guasta saper di politica ed intrallazzi, ma soprattutto possedere una borsa ricolma di monete d’oro. E i Pico, nobili per diritto di nascita e con le mani in pasta, grazie a matrimoni d’interesse, alleanze fruttuose e a proverbiali gabelle, la borsa stracolma d’oro l’avevano eccome.

Il 7 settembre 1602 muore Federico II Pico, secondogenito di Fulvia da Correggio e Signore della Mirandola. Il terzogenito Alessandro è cardinale della Santa Romana Chiesa, ma gettare l’abito porpora alle ortiche e raccogliere l’eredità del fratello è un tutt’uno. Il popolo mirandolese, che si era preoccupato delle possibili conseguenze per l’epilessia del primogenito Galeotto III, che aveva preceduto Federico, accoglie “con universale allegrezza” la notizia e giura fedeltà al nuovo Signore il 19 settembre.

Alessandro I Pico con la moglie Laura d'Este

Alessandro I Pico con la moglie Laura d’Este

 Galeotto IV Pico, figlio legittimato di Alessandro I

Galeotto IV Pico, figlio legittimato di Alessandro I

Come primo atto di governo Alessandro giura fedeltà all’imperatore e chiede il rinnovo dell’investitura del feudo che ottiene senza problemi. Da questo momento tutta la politica estera del nuovo Signore della Mirandola è volta a tessere alleanze e simpatie che gli permettano di essere benvoluto e tenuto in gran considerazione da tutte le corti italiane ed europee. Tra febbraio e marzo del 1603 ratifica, col permesso imperiale, l’alleanza che Federico aveva contratto col re di Spagna, assicurandosi così la conferma del versamento di 6.000 ducatoni l’anno da parte dello stesso. L’anno dopo pensa alla propria discendenza e sposa la tredicenne principessa Laura, figlia del Duca di Modena Cesare d’Este che, se da una parte si rivela fallimentare vista l’incapacità di Laura di dare un figlio maschio ad Alessandro, dall’altro consolida i rapporti di buon vicinato con Modena; non ci si scordi poi della dote.

Dopo aver ricevuto dal re di Spagna l’alta onorificenza del “Toson d’Oro”, che oltre a dare lustro al nostro principe gli procura pure una rendita non indifferente, si premura di omaggiare i potenti, quelli che contano, e creare nuove relazioni. Manda quindi un proprio rappresentante ad elogiare le qualità di Leonardo Donati appena eletto Doge di Venezia; si congratula con ricchi presenti per i matrimoni tra il principe Francesco, primogenito del duca di Mantova, con la principessa Margherita, primogenita del duca Carlo Emanuele di Savoia e quello tra madonna Isabella, secondogenita dello stesso ed il principe Alfonso, primogenito del duca Cesare d’Este; non può esimersi dal congratularsi l’anno dopo per le nascite avvenute in tali matrimoni; alliscia il pelo del Granduca di Toscana Cosimo II congratulandosi con enfasi per la nascita del primogenito; è partecipe con pietosa vicinanza al dolore del duca di Modena per la perdita del primogenito del principe Alfonso d’Este;  concorre alla stipula di un accordo tra i duchi di Modena e di Parma con viva soddisfazione di entrambi; e via di seguito.

Pur ottenendo gratificanti risultati da tutte queste manovre, Alessandro ha un cruccio; la moglie Laura sforna solo figlie femmine, urge un primogenito che assicuri la discendenza. Così si guarda intorno e a Ferrara incontra la vedova Eleonora Signi (o Segni, non si sa bene), figlia di quell’Alberto che fu detto “Principum Atestinorum Aromatarius” e sorella della bellissima Violante, sposa in seconde nozze ad Alfonso d’Este marchese di Montecchio, quindi cognata di Ippolita che fu moglie del fratello Federico II Pico; insomma, alla fine gira e rigira si resta in famiglia. Eleonora nel 1606 gli dà finalmente un maschietto che prende il nome di Galeotto e che, nonostante sia illegittimo, riceve comunque un’educazione ed un’istruzione da principe.

Ora Alessandro decide di riscuotere dall’imperatore quelle grazie promesse ai Pico per il ritorno all’obbedienza imperiale. Spedisce così il proprio rappresentante Luigi Vitelli alla Dieta di Ratisbona per convincere gli Elettori del Sacro Romano Impero a concedere la legittimazione del figlio Galeotto per farne il proprio erede; e visto che erano sul discorso si tratta anche per una promozione. Con diploma della corte di Praga del 6 marzo 1617 la grazia viene concessa e Galeotto è ufficialmente il legittimo erede di Casa Pico. Ma non solo; è stato sufficiente far accompagnare la supplica con un “regalino” di 100.000 fiorini che Alessandro si vede anche insignito dei titoli di Duca della Mirandola e Marchese della Concordia. Anche il Vitelli, che ha svolto un’eccellente lavoro, viene ricompensato con la donazione di due belle proprietà nel veronese. Dodici anni dopo papa Urbano VIII, che conosce personalmente Alessandro da quando era Legato a Bologna, convalida la legittimazione.

Ereditarietà, intrallazzi, denaro … non mi pare che oggi le cose siano cambiate di molto rispetto ai bei tempi andati!

Vanni Chierici

Fonti:  Memorie storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola –

             Vol. III – XVII

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