“Al Barnardon” del 1904

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1904

Traduzione del “Dascors General” dal dialetto mirandolese all’italiano

AL BARNARDON 1904 – ANNO 26°

“Nona” miei cari mirandolesi! Eccoci arrivati all’anno nuovo, il 1° bisestile del secolo.

Il 1904 è retto da Marte, il dio della guerra, il pianeta più vicino alla Terra. Gli anni dominati da lui sono in gran parte buoni per ogni tipo di rac­colto. Secondo il solito, troverete i miei pronostici di mese in mese, vicino ai giorni in cui c’è cambio della Luna. Vi ho pure indicate le feste; le sagre e le fiere ve le ho indicate, perché possiate regolarvi per i vostri affari o andare a trovare qualche amico o parente.

Guardando il mondo dall’alto, col mio cannocchiale, si vedono tante brutte cose.

In Russia i poveri sono maltrattati dalle guardie dello Zar, in Serbia ci sono rivolte in continuazione, in Macedonia in Bulgaria ed in Armenia i Turchi commettono infamie tali da far “drizzar i cavii in testa”.

E nell’Europa civile che cosa succede? Non si fa nulla per evitare tante tragedie.

I re, gli imperatori, tutti i capi di Stato se ne vanno in giro a Londra, a Parigi, a Vienna, a Berlino, a Roma. Per quale motivo? Qui “gatta ci cova”. Non c’è da aspettarsi nulla di buono. Speriamo che abbiano formato qualche alleanza per il bene dei popoli. “Se son rose, fioriranno”.

In Italia le cose vanno zoppicando; c’è un gran malcontento generale.

Anarchici, socialisti, riformisti, repubblicani, radicali, conservatori e clericali sono i partiti che tengono divisa la popolazione.

I socialisti, fino a quando sono rimasti uniti, formavano un partito abbastanza forte tanto da “aver al masculin in man”, ma divisi sono stati battuti dai “clericai moderà in dimondi sit”. Così è successo a Carpi, a Modena, a Ferrara e in tanti altri luoghi.

“Intant lor i gan i pè in staffa” e “sarà ben diffìcil fari andar zò”.

A Mirandola l’amministrazione socialista è caduta perché lo ha voluto lei, perché si è dimessa prima del tempo, per la questione dei dazi, per il forno comunale, attirandosi l’odio dei commercianti.

Un’altra questione seria è stata quella della Chiesa del Gesù che, da religiosa, è finita per diventare politica.

“Andar a tucar zert cantin” e volere all’improvviso cambiare il Mondo e certe idee è proprio molto diffìcile.

Anche per quello che riguarda il Teatro, si sono fatti degli errori e, se non ci sarà un buon sostegno, Mirandola di­venterà l’ultimo paese del mondo. Qui non si tratta solo di divertimento, ma di utilità a favore dell’economia.

Staremo a vedere che cosa farà la nuova Amministrazione del Comune, dell’Opera Pia e del Teatro.

Speriamo che vinca il bene e la pace e la concordia tornino in mezzo a voi, miei sempre cari mirandolesi. Per il bene di tutti, bisogna ricordare che Gesù Cristo ha detto: “È più facile che un cammello al passa pr’al bus d’na guccia. che un sgnor avar e senz’amor dal prossim al vaga in paradis”

“Nona”.

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