Comune di San Felice sul Panaro – Il Teatro Comunale

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LA STORIA:

dal carteggio di un cittadino di San Felice risalente al 1973.

Il nuovo Teatro di San Felice oggi è praticamente tale all’esterno e fu progettato nel 1905 dal Prof. A. Prati allora docente all’Istituto Belle Arti Venturi di Modena e di un corso di architettura presso l’Università della medesima città.

L’interno nelle decorazioni richiama lo stile floreale ed anche all’esterno, sui tre finestroni prospicenti sopra l’ingresso principale, vi si notano tali motivazioni. Venne inau­gurato nel 1907 con l’opera “Mignon”.

In un primo periodo, l’interno venne costruito con una sola fila di palchi nel II ordine, più altri tre centrali (del Comune) nel III ordine, con ai lati due ampie gallerie, oltre a quelle che costituivano il I ordine circondando la platea.

Al Prof. Prati criticato per simile concezione costruttiva non restò – dicono – che rispondere come sarebbe stato difficile per chiunque costruire con arte un teatro ordinato su misura con un numero fisso di palchi (24) a predominanza di ampie gallerie popolari sopra e sotto. Il sindaco di allora Avv. Giacomo Ferri volle imporre tale disposizione interna dei posti per ade­guamenti demografici e popolari.

Questa struttura interna rimase tale sino al 1923/24 – quando podestà il Comm. Augusto Modena appassionato cultore della Lirica – venne trasformato su progetto del’lIng. Giorgi nello stato in cui si trova ancor oggi.

Vennero demolite le gallerie nel III ordine con creazione di una seconda fila di palchi simmetrici al II ordine, con al di sopra un loggio­ne a ferro di cavallo; le gallerie basse del I ordine ridotte in due balconate centrali ed in otto palchetti a barcacce ai lati del proscenio. Venne inaugurato nell’agosto 1925 con l’opera “Mefistofele” diretta dal M° Capuana.

Una cosa importante da menzionare – invero – è quella della perfetta e pregevole acusti­ca in ogni punto d’ascolto senza risonanze ed attennuazioni, poiché tale pregio fu calco­lato nella primitiva costruzione per il particolare cielo della platea a forma di cupola un po’ schiacciata e di una cassa armonica ai lati del boccascena ben concepita. Ebbe un periodo di celebrità e fu frequentato da insigni artisti e cantanti che ne calcaro­no le scene come durante la stagione operistica del 1928, dal Maestro Gaetano Bava­gnoli e dal celebre soprano Rosetta Pampanini.

Si ricordano ancora i nomi di altri Direttori d’orchestra come Capuana, Padovani e di cantanti famosi come la Piave, la Arangi Lombardi, la Favero, Bagnariol, Marcato, Faroni, Cecil e tanti ancora di cui sarebbe troppo lungo un elenco, che diedero lustro e decoro al nostro teatro.

Il cartellone d’Opera Lirica “fine agosto-primi settembre” d’ogni anno di San Felice era un rinomato richiamo per gli appassionati ed intenditori di lirica di tutte le cittadine della Bassa Modenese che quivi convenivano e fu una grande tradizione sino al 1938, che coincise con la messa in scena della “Gioconda” e della “Lodoletta”.

Parecchi modestissimi artigiani – quali sarti, falegnami, fabbri – vari bottegai, barbieri, insieme a parecchi borghesi erano appassionatissimi di Lirica e competenti giudici del­l’arte canora degli Artisti che – se non erano veramente tali – a San Felice non potevano venire.

Anche spettacoli d’Arte Drammatica e di Operette sono sempre stati, di tanto in tanto, rappresentati assai decorosamente e con Compagnie di prim’ordine.

Funzionava anche come Cinematografo e dopo l’ultima guerra ne ha assunto principal­mente tale veste e solo salturiamente ha ridato qualche modesto spettacolo di prosa o lirica di cui l’ultimo fu allestito il 19 e 20 ottobre 1973 con la “Tosca” – “Cavalleria e Pagliacci”, in modo più che soddisfacente, ma senza gli antichi splendori; oggi i tem­pi, i gusti, i divertimenti, la cittadinanza stessa meno munita e più distratta da altri richiami, sono profondamente cambiati ed il Teatro non è altro che uno dei tanti locali dove si dà… uno dei tanti spettacoli più o meno barboso!

Dimenticavo: la capacità totale si aggira sui 700/750 posti, di cui 180 in platea, 100 nelle balconate, 320 quelli delle 8 barcacce e dei 21 +21 palchi, più il resto in loggione.

Arrigo Duò
La ristrutturazione in corso come da progetto del Prof. Dott. Ing. Leonardo Lugli

CRITERI PROGETTUALI

È stata in primo luogo raccolta l’esigenza espressa dall’Amministrazione, di concepire il progetto di ristrutturazione in modo da assicurare al complesso la possibilità di acco­gliere varie attività culturali, evitando una eccessiva specializzazione. Si tratta, pertan­to, di rendere l’edificio idoneo a consentire, secondo le norme vigenti, diverse forme di spettacolo e inoltre di recuperare spazi per associazioni culturali e sportive, per le prove della Banda Municipale e per altre attività che potranno sorgere successivamente. Tale criterio corrisponde alle tendenze più recenti, in tema di riutilizzazione di antichi teatri e costituire la base anche per la progettazione ex novo dei locali per spettacolo. Pertanto indispensabile il progetto sarà volto ad ottenere non solo la destinazione di tea­tro, ma anche per quella di sale per proiezioni cinematografiche. Inoltre, nel quadro della polifunzionalità, è ipotizzabile la possibilità di sperimentazioni teatrali ed uso di mezzi audovisivi di attuale tecnologia.

Il progetto si propone, tra l’altro, di conservare gli elementi che determinano la ricono­scibilità del tipo edilizio, mantenendo la struttura di base originaria e riprisitinando, laddove possibile, quanto è stato deformato negli interventi del 1927, 1936 e dopoguerra. In particolare si intende ricostituire il progetto originario nei prospetti, ripristinando le aperture originarie ed eliminando quelle parte disorganicamente.

1990 Promozione del territorio

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