1967 Anno Mondiale del Turismo

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Attraversamento dei Balcani da parte di tre emiliani sconsiderati

Anche grazie alla migliorata rete stradale, migliore qualità delle auto e alla situazione politica internazionale “elastica” centinaia di giovani emiliani e lombardo veneti organizzavano viaggi nei Balcani di dimensioni diverse e con scopi amichevoli. A Mirandola fu il caso di Francesco Galavotti che insieme a Giorgio Goldoni e Gianni Bellini, si spinse fino a Novi Sad e altri giovani balneari che stablirono una base principalmente ad Abbazia, Fiume, Laurana.

Sfuggendo quello che già sembrava uno “standard” noi tre, Stefano Rosati, Attilio Foresti (detto “Attila”) e il sottoscritto Giorgio Goldoni osammo l’inosabile: Mirandola-Zagabria-Belgrado,Sofia, Istanbul, Atene ,Skopie, Dalmazia, Istria e rientro, a bordo di una vecchiotta FIAT 850 fornitaci dallo zio di Stefano, Riccardo Piccinini.

Tempo impiegato:17 giorni

Attilio, bolognese, frequentava il liceo classico a Mirandola, soffrendo di idiosincrasia per simili istituti a Bologna.  Soggiornava nel Bar Nazionale. In seguito si scoprì una vocazione pittorica, si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegnò pittura all’Istituto Statale di Pittura di Bologna, ma in seguito scomparve sull’altro lato dell’Oceano Atlantico dove  chiuse la sua breve esistenza.

Giorgio, di fatto laureando in lingue straniere e già, per necessità economiche, attivo nel mondo della scuola e in quello del turismo.

Stefano Istituto d’Arte a Modena e Accademia di Belle Arti a Bologna e Milano.

I chilometri : 6 000 circa.

Preventivo di spesa: 300.000 LIRE

Attilio Foresti (Attila)

Attilio Foresti (Attila)

Giorgio Goldoni

Giorgio Goldoni

Stefano Rosati

Stefano Rosati

L’arruolamento e la progettazione avvenne prevalentemente al Bar Cortina, dove si parlava di football, viaggi (e fanciulle).

Io e Stefano eravamo amici di lunga data e io avevo anche contribuito alla scoperta delle sue abilità pittoriche avendo ritratto entrambi- in sessioni a cui partecipava anche con Gianpaolo Tardini (filettatore e progettista anche lui abitante in via Bassa) i paesaggi urbani visibili dalla terrazza della casa  di   via Bassa. Io stesso mi cimentavo con la pittura.  Stefano era motivato dal suo professionale amore per i tesori artistici dell’antichità.

Io avevo lavorato intensamente l’intero anno, godendo di una buona fama di insegnante di lingua inglese e cosi utilizzai questo denaro senza intaccare il bilancio dei miei familiari. Non guidavo ancora e durante il viaggio mi sarei occupato dell’utilizzo delle comuni risorse e della comunicazione in lingua inglese.

10 luglio: finalmente do l’esame con esito positivo ma comunque dobbiamo rimandare  la partenza fino a domani

Ore  6.00 treno per Bo: attesa sfibrante: farò l’esame; nell’attesa conosco la sorella di Guido Gennaro, mio compagno al Collegio Universitario della Università Statale di Milano dove ho alloggiato prima di trasferirmi all’Università di Bologna,  e una simpatica ragazza di Trieste.

ore 10.00 trovo Attila e Stefano. Pranzo a casa di Attila: così sappiamo che Il padre aveva ceduto una fabbrica di fisarmoniche a Castelfidardo.

Nel pomeriggio a Modena aspettiamo invano di   ottenere l’estensione del mio passaporto: sarà lo zio di Stefano, per mezzo di una telefonata, a farmela avere.

Partiremo il mattino dopo. Cena al S. Silvestro di San Prospero.

Due considerazioni sui miei compagni di viaggio: questo gruppetto appena costituitosi, spesso aveva bisogno di limare i contrasti interni. Dal mio punto di vista e per la mia estrazione sociale (piccola borghesia) li vedevo così lontani dal mio modo di vedere: le loro erano manie su tutto, le loro abitudini e interessi appartenevano a un mondo diverso dal mio, ma che non invidiavo: Stefano, ovviamente, aveva una concezione del denaro da ragazzo ricco e, se a volte questo pesava, non bisogna dimenticare che  era grazie a lui, alla sua macchina e allo zio  se anch’io ero lì con loro .

Io ho esibito allora a volte un brutto carattere, mentre Attila aveva un carattere migliore. Eravamo tutti molto giovani e improvvisati.

11 luglio martedì

Mirandola 04.30 – Zagreb 17.00

Verona, Autostrada per Mestre,panini a Portogruaro, camionale di Opicina, una limonata a Ljubljiana, colazione nel Castello di Otocec, alloggiati al Motel di Zagabria. A zonzo per la città vecchia, pranzo ore 20. 00 nel ristorante di fronte alla chiesa, oltre la salita.

Avventura notturna di Stefano e Atttila a cui due guide turistiche notturne mostravano Zagreb di notte con fuga delle due “guide” per motivi a me incogniti e del portiere trafficone, che aveva organizzato il meeting. Io intanto me la dormivo tranquillamente.

12 luglio mercoledì

ZAGREB 11.00 –BEOGRAD 16.00 – MOTEL CUPRIJA

Partenza accaldata e pranzo sull”Autostrada” accanto a 3 francesi, belline e tutte agghindate per le passeggiate sugli Champs Elysees (faranno 20 km al giorno così tirate); non ci sono più “operatrici turistiche” sulla Avtoput che collega Zagreb a Belgrado.

L’ingresso a Belgrado dà l’impressione di un certo nitore e pulizia, la città è calda e dolciastra nella sera, primo incontro con lo yoghurt, la piazza del “Borba, il giornale di Belgrado; il chiosco col bar all’aperto da dove emana  musica popolare della Serbia che rompe i timpani  ai miei amici, ma riempie i miei di gioia. Goran Bregovic     era lontano a venire. Tiriamo diritto nella sera su una bella e levigata strada in collina.

La deviazione verso la Romania sembra troppo piena di inconvenienti, perciò tiriamo diritto verso la Bulgaria.

Sosta in un motel per la notte.

13 luglio  giovedì

MOTEL 09.00 – NIS –SOFIA – 17.00 PLOVDIV- KHASHKOVO eat-24.00 Confine turco- EDIRNE

A  Nis alcuni Iraniani con enormi macchine  americane ci offrono di guidare  le loro auto fuori dalla città   perché  hanno perduto la patente internazionale. Subodoriamo qualcosa e gentilmente sbologniamo gli scocciatori.

Per una bella strada che passa accanto alla torre dei teschi (Nis) e una stretta gola, giungiamo in Bulgaria. Pranziamo nel solito mastodontico Hotel di stile liberty-danubiano con camerieri che parlano francese (il Balkan Hotel di Sofia), il tizio che ci serve oca arrosto ha la casacca costellata di chiazze d’unto.  Nella capitale ci coglie un acquazzone con il sole che fa scintillare la chiesa ortodossa e il minareto (il  primo che vedo in vita mia).

Plovdiv è una fila di palazzotti neo-popolari sui lati di una strada mal lastricata dietro cui c’è il nulla, nulla e moschee. Riprendiamo fiato tra lucertole volanti e un acquazzone che ci ha seguito e si annuncia con grossi lampi.

Dopo Khashkovo, con la gente che staziona attorno all’hotel per stranieri e il fugace incontro con alcuni contrabbandieri, siamo alla frontiera turca, con funzionari lentissimi e menefreghisti: il grassone, gli indolenti, l’eunuco esagitato. Stanno tutti vuotando una grossa Taunus piena di transistor. Una rossa bandiera con mezzaluna sventola contro la notte.

In un bar un giovane ci cambia denaro, ridacchiando: attenzione a conti e cambi, e attenti alle rapine sulla strada verso Edirne , (che in realtà non si sono verificate).

14 LUGLIO

EDIRNE – ISTANBUL  HOTEL ERIS ORE 16 00

L’Hotel dove dormiamo è pieno di piatti e bacili di rame e cuscini e gente servizievole che ci consiglierà l’hotel di Istanbul dove verremo confortevolmente alloggiati. Al mattino ho davanti a me, dal finestrino del cesso, la visione della più grande moschea di Turchia, con il quarto minareto in riparazione, veramente maestosa.

Istambul Hotel Eris

Istambul Hotel Eris

Dopo chilometri di pianura leggermente ondulata, piena di greggi e di contadini addetti alla mietitura, parte con mezzi antichissimi e parte con modernissimi mostri americani giungiamo su un mare azzurrissimo e pranziamo tra le oscurità  di un menù “turco”.

Grande apprensione per i ceffi matricolati tipici dei turchi, che si riveleranno invece persone ospitalissime e gentilissime.

Fantastica è l’impressione di Istanbul, il suo traffico caotico, le mura bizantine poderose, il viavai, le moschee, la tumultuosa zona ad est del ponte di Galata presso il Topkapi, dove alloggeremo nell’hotel Eris nella zona di partenza degli autobus che usano clacson micidiali, e sferragliare della metropolitana, e il uhuu prolungato dei vaporetti. Ma è una delle poche volte nella quale il rumore non mi dà fastidio data la situazione veramente unica.

Alla sera giro in centro, collaudo dei dolcissimi dolci turchi (molto singolari per noi) e visita di un locale dove suona un complesso tradizionale, con “entreneuse” (se così le posso chiamare) dai grandi e dolci occhioni, e bicchieri di ottimo raki con piatti di frutta con ghiaccio. Attila comincia a dare segni di nervosismo e gioca all’agente segreto. Estrae d’un tratto una pistola dalla giacca, lasciandoci allibiti e noi ce la battiamo in tutta fretta: fortunatamente lo show di Attila finirà qui e la pistola passerà il tempo restante del viaggio nel fondo di una valigia.

Poi altra botta di vita in un night all’europea, strip e altro raki. Poi giù in discesa sbronzi per le tortuose stradine del porto e per il Galata Bridge: non sentirò rumore alcuno per tutta la notte, essendo caduto in un sonno profondo

Istambul - Giorgio e Stefano nel cortine di una moschea

Istambul – Giorgio e Stefano nel cortine di una moschea

Istambul - Stefano e Attila

Istambul – Stefano e Attila

15 LUGLIO

ISTANBUL

Risveglio faticoso e che necessita un buon tè (qui lo fanno meraviglioso, servito in piccoli vasetti di vetro e senza limone). Si sente benissimo la Radio Sovietica. Visita alla Reggia di Topkapi, pranzo in un economico e saporitissimo locale non per turisti (Ricordo che abbiamo mangiato riso pilaf condito con grasso e tocchetti di carne di montone, pinoli e uva passa. Buonissimo!) (e sono i migliori, Montezuma permettendo), visita a Santa Sofia e al Bazaar (ne valeva veramente la pena); alla sera in ricerca di una ipotetica “maison des plaisirs”(senza equivoci)  giriamo tutta la costa del Bosforo zeppa di ristoranti e locali notturni. Poi ritorniamo in centro e ci facciamo un locale, il YENI CAGLAR, triste cocktail di melodie islamiche e di “night europeo, con entreneuse quarantenni che ti abbordano con un sorriso spento e i denti d’oro.

Moschea Azzurra

Moschea Azzurra

Solo darei chissà che cosa per capire che cosa cantano i cantanti improvvisati che ogni tanto si avvicinano all’orchestra e afferrano il microfono.

Il traffico di Istanbul è bestiale, colorito, può stroncare i nervi a un ben educato e tranquillo europeo nel giro di 24 ore. A proposito di traffico: il cortile dell’hotel confinava con il locale posto di polizia e il commissario si complimentò con noi per avere sempre parcheggiato al posto assegnato.

Lodi agli “Efendi” con o senza il fez.

Un’auto americana (qui sono la maggioranza) con il clacson che suona “ Strangers  in the night”.

16 LUGLIO

ISTANBUL 13.30 – CONFINE GRECOTURCO- 20.00- KOMODINI

Partiamo con tante effusioni e saluti da parte della reception, ma dimentichiamo i passaporti e quando siamo già fuori città torniamo a riprenderli, ma ne valeva la pena: ho intravisto in un vicolo un lottatore che arrancava lottando contro un orso enorme grigio tra la folla assorta. Ancora mare splendido. Sul ponte di confine un enorme stormo di uccelli ci impedisce per un istante il passaggio. Alla dogana greca un gruppo di capelluti studenti francesi: ditemi perché per andare in giro occorre conciarsi in quel modo. Sarà il contatto con la natura?! Il balzo nel primitivo promesso dalle agenzie turistiche: prendete i turchi invece che anche in questa stagione hanno giacca e gilet e i notabili persino il gabardine).

Cena a base di pollo cattivo a Komotini (Nausea e diarrea curate con Alka Seltzer).

Siamo letteralmente “cotti” per le scorpacciate di chilometri, ma tiriamo innanzi.

Arrivati a Kavala dormiamo nell’omonimo hotel, immortalato dal film “Topkapi”.

17 LUGLIO

Kavala 14.00 Salonicco 18.00 Larissa 20. 00.  Scampati a un incidente a Farsalo per merito del nostro destino. Qualche considerazione sull’abilità automobilistica dei Greci.

18  LUGLIO

01.00  arrivo a KAMENA VOURLA – HOTEL DIANA

Spiagge incontaminate davanti all’Isola Eubea: un pope gentile ci regala una gustosa terrina di maccheroni.

17 00 ATENE -> KALIMAKI

HOTEL REX

19 LUGLIO

Atene – bagni marini a Vouliagmenì – Acropoli mozzafiato-Propìlei-Teatro di Erode

Traffico alla turca con clacson musicali, questa volta “I ragazzi del Pireo”

Bar all’aperto affollatissimi dove principalmente si serve Nescafè solubile con cubetti di ghiaccio.

Città ricca di bellezze, ma il resto del viaggio che ci attende è crudele e senza scampo: chilometri,chilometri.

Atene - Acropoli

Atene – Acropoli

20 LUGLIO

ATENE 13.30 >KOZANI

21 LUGLIO

Entriamo in Jugoslavia

KOZANI > SKOPIJE

Dopo le semidesertiche montagne dell’Olimpo inizio dell’inferno macedone jugoslavo con non so quante strade in rifacimento o costruzione ex-novo.

Incidente di pedone a Skopje: salta uscendo dall’autobus direttamente sul cofano della nostra auto, illeso, e nessuna conseguenza con la polizia.

A causa di una ennesima deviazione arriviamo a Pristina attraversando Tetovo e Gabrica ->.

Causa una buca micidiale foriamo la coppa dell’olio, che ci viene riparata da un volonteroso meccanico in una cittadina del Kosovo, Pecs .

Stanchissimi dormiamo a Pristina: ormai l’Adriatico non è lontano.

22 LUGLIO

Alle 17 00 valichiamo un passo montano a 1700 metri sfiorando per un pelo lo scontro con un autobus locale. Dopo Andreijevica una interminabile deviazione locale con frequenti interruzioni ci porta a Ivangrad per raggiungere Titograd. E’ una lotta continua per approvvigionarsi di benzina, che scarseggiava.

Tutto questo nel più profondo di una notte dove non si muove foglia.

23 LUGLIO

Finalmente il mare! Arriviamo all’albergo a Budva, Montenegro, alle quattro del mattino per raggiungere Dubrovnik –Croazia-  alle 17.00

Dopo una vita passata in auto la sera bazzichiamo per distrarci un  innocuo  night club.

24 LUGLIO

Ripartiamo alle 12.00 da Dubrovnik dopo una camminata sullo “Stradùn”. Carichiamo Miss “D”, una simpatica autostoppista che ci farà compagnia fino  a Spalato: era sconosciuta la delinquenza nei confronti di autostoppisti. Primo bagno nell’ Adriatico! Con indefessa cocciutaggine raggiungiamo Zara alle 20.00. Il tempo di noleggiare una linda camera presso privati e siamo pronti a passare la serata in un rumorosissimo bar, dove incontriamo due “guide turistiche” in un’atmosfera totalmente  informale.

25 – 26 LUGLIO

Alla fine siamo in Istria, e ci tuffiamo in acque meravigliose. Ad Abbazia  alloggiamo all’hotel Slavia, elegante edificio asburgico. Una guida turistica rumorosa deruba Stefano, che non recupererà più il denaro. La musica diviene sempre meno europea e sempre più interessante. La località è popolata di bellissime fanciulle locali a cui si aggiungono le jugoslave in vacanze, di bellezza non inferiore, che per noi di fatto provenienti da un mondo arretrato che predica la divisione dei sessi rappresentano una novità assoluta.

27 LUGLIO

Dopo una breve visita a Laurana, porticciolo incantevole che fu per molti mirandolesi la prima base nel paese di Tito, intraprendiamo il viaggio di ritorno.

Giudizio globale: esperienza mozzafiato che ci aprì un orizzonte completamente nuovo.

Giorgio Goldoni

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