1878 Mirandola – Cadono le mura

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1878 Mirandola – Cadono le mura

Nei primi mesi del 1878 la municipalità di Mirandola, sentito il parere della Giunta comunale e del Consiglio, dà inizio ad uno scempio urbanistico e storico che oggi sarebbe assai difficile da perdonare.

Si decide infatti di abbattere le antiche mura della città, quelle erette dai vari membri della famiglia Pico.

Era già un po’ di tem­po che si parlava di questo problema in Consiglio comunale: le motivazioni addotte da chi era favorevole alla demolizione di queste mura si possono riassumere in pochi concetti; intanto, si disse, le mura non servivano più a nulla sul piano strategico, nell’Ottocento non si difende una città da even­tuali aggressioni con queste antiche muraglie. E questo poteva apparire un ragionamento giusto, se non si fosse tenuto conto del valore storico di queste mura, che erano un po’ il simbolo della città, dopo che nel 1714 era andato distrutto anche il vecchio castello dei Pico.

Poi, sempre a detta dei favorevoli al loro abbattimento, le mura impedivano lo sviluppo edilizio della città e questa motivazione mostra non poche lacune. Città bellissime come Lucca, Montagnana, Palmanova si sono sviluppate benissimo pur conservando le loro cinte murarie. E poi il periodo della seconda metà dell’Ottocento non stava assistendo ad un “boom” edilizio. Questo sarebbe giunto quasi un se­colo dopo.

Infine, si conclude, la demolizione delle mura può essere il modo di offrire maggiori occasioni di lavoro ai tanti braccianti mirandolesi e dei dintorni che già cominciavano a tenere manifestazioni di protesta davanti al Municipio chiedendo di poter lavorare. Ma, stupisce però il fatto che ben po­chi in Consiglio comunale si siano opposti con tutti i loro poteri ad un simile misfatto urbanistico e storico. Sicuramente la maggioranza dei consiglieri fu favorevole alla demolizione delle mura. Fatto sta che poco per volta, dopo le conclusioni delle gare d’appalto, cadono le vecchie nobili mura della città dei Pico, si smantellano i bastioni e le porte, si interrano i fossati e in seguito si da vita agli attuali viali della Circonvallazione.

Fu un delitto urbanistico? Gli studiosi moderni, all’unisono dicono di sì, e probabilmente si trattò di un’iniziativa antistorica, anche se la moti­vazione del dare lavoro agli operai e ai braccianti non è certamente priva di valore, a causa del suo innegabile risvolto sociale. Ma basterebbe pensare con gli occhi di oggi, quale meraviglia sarebbe la vecchia Mirandola circondata ancora dalle sue storiche mura.

Inutile recriminare: la gestione Lingeri portò a questo disastro urbanistico. Ma, purtroppo, noi pensiamo la storia con la mentalità di oggi. Molti diedero e danno ancora la colpa al sindaco Lingeri, che in passato fu accusato di non essere un mirandolese, ma la cosa appare abbastanza ingenerosa. Anche perchè, in effetti, già nel mese di aprile del 1875 troviamo documenti dell’Archivio storico comunale (un’autentica miniera di notizie, molte delle quali sconosciute o quasi) secondo le quali questo ing.Latino Lingeri era stato inviato a Mirandola dal Prefetto di Modena e dal Ministro degli Interni nel ruolo di “Regio Delegato Straordinario”. E quindi non era certamente a conoscenza del problema delle mura pichiane. In seguito, come già abbiamo accennato, Lingeri, che evidentemente a Mirandola si trovava bene, si classificò fra i primi in uno dei tanti turni elettorali del tempo e quindi divenne Consigliere comunale con il ruolo di sindaco facente funzioni. Poi venne il Decreto Reale di Vittorio Emanuele II e il Lingeri resterà in carica, come sindaco fino a tutto il 1881……….

Tratto da: Centocinquant’anni di fasce tricolori – Sindaci,Podestà e Commissari Prefettizi di Mirandola dall’Unità d’Italia ad oggo.

Autori: Giuseppe Morselli e Claudio Sgarbanti

Anno 2006

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One Response to 1878 Mirandola – Cadono le mura

  1. Ubaldo Chiarotti says:

    Chissà forse questo sindaco Lingeri che veniva da Modena fu “consigliato” anche dai modenesi ad abbattere l’ultimo è più importante simbolo della imprendibilita’ della nostra Città.
    Se si voleva dare lavoro ai braccianti forse c’erano altri cento modi per farli lavorare, a cominciare dalle strade spesso in terra battuta o tuttalpiù ghiaiate del nostro territorio.
    Purtroppo ci fu anche una cosiddetta corrente culturale che recitava: aria alle città….. e i suoi seguaci sono anch’essi responsabili di tali scempi come quelli avvenuti a Mirandola.

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